Un grande scrittore Andrea G. Pinketts, Milano e il “noir”. La “mala” milanese del primo dopoguerra con le edizioni Le Milieu
24/02/2021
I libri delle edizioni “Le milieu” ce li racconta Nicola Erba, un’immersione nelle storie della mala milanese del primo dopoguerra: Il bandito dell’Isola – Ezio Barbieri e “Vita di un bandito” Andrea De Maria (la banda di Via Osoppo. Poi un viaggio “noir” in una Milano trasformata, un trentennio dopo, attraverso la scrittura di un grande autore: Andrea G. Pinketts, fondatore della “Scuola dei duri”. Ne parleremo con lo scrittore Andrea Carlo Cappi ed Elisabetta Friggi dell’Associazione Culturale Andrea G. Pinketts
Io so sempre dove è Andrea il quattordici dicembre. Passato, presente, futuro.
Io, non sapevo mai dove fosse Andrea. Lui era uno spirito libero ed io rispettavo la sua scelta anche se questo esserci, o essere altrove, mi angosciava ma non lo dicevo. Era un nottambulo, lo vedevo poco, ma fra noi c’era il filo diretto del telefono. Nel suo entourage sorrideva di questa sua necessità di comunicare con me. Il nostro dialogare era sempre eccitante, pregno dello scambio intellettuale e complice. Lui era un nottambulo, lo sono anch’io una nottambula, perché leggo, perché i libri mi tengono compagnia fino alle due di notte. I libri emanano scintille di cultura e di esperienza.
Dicevo, non sapevo mai dove fosse Andrea. Solo di un giorno sapevo con assoluta certezza, dove lui fosse: il quattordici dicembre di ogni anno Andrea era in quel di Cologno Monzese, a Itineraria, dove parlava dei suoi libri, dei suoi programmi di vita, di tutto quello che preme e urge ai giovani.
Nel dicembre di ogni anno, per molti anni, conobbi i personaggi che animavano e creavano queste riunioni dove l’arte era l’invitata eccelsa. Artisti cresciuti con Dario Fo, Franca Rame, Albertazzi e molti altri, il cui obiettivo di vita era ed è l’impegno sociale.
Itineraria Teatro crebbe e al Teatro Civile si aggiunse la radio, con un compito sociale enorme. Non un divertimento ma un messaggio: stimolare la coscienza, informare, non da semplici spettatori ma con compartecipazione non sterile ma attiva, consapevole, per affrontare e migliorare una realtà più concreta, più vivibile, almeno nella speranza che tutto possa cambiare. E’ il messaggio di Fabrizio De Giovanni, che un Natale di tanti anni fa, fu mio ospite e al quale piacque tanto il nostro desco. Andrea era molto orgoglioso di quello che si chiama compartecipazione. Il tempo è inesorabile, la clessidra compie il suo percorso. Percorso glorioso per Fabrizio De Giovanni che ha collezionato premi prestigiosi, insieme alla sua Compagnia, affiatata e con i medesimi obiettivi: lavorare insieme per un cambiamento che migliori lo stato sociale, che dia a ognuno di noi l’energia di continuare e di crederci fino allo spasimo.
Cito, fra questi, il PRIMO PREMIO nella categoria Teatro di Impegno Sociale e civile sez. DRAMMATURGIA, per il testo “Stupefatto”. Il premio prestigioso agli autori Enrico Comi e Fabrizio De Giovanni.
Mi sovviene una frase di Albert Einstein che diceva del mondo:
“Il mondo è un posto pericoloso, non a causa di
quelli che compiono azioni malvagie ma per quelli che osservano senza fare
nulla.“
Voi di Itineraria avete gli occhi bene spalancati, osservate
e teatralmente e umanamente, agite.
E’ stato bello e appagante, caro Fabrizio, risentire la tua voce durante l’intervista dedicata ad Andrea G. Pinketts che hai desiderato fare alla nostra associazione culturale, insieme a Marilena Cortesini che ti è accanto con la sua estrosità, con la sua simpatia, con la sua bravura. Elisabetta Friggi e Andrea Carlo Cappi sono stati coinvolti emotivamente dai tuoi ricordi, dalle tue parole di affetto, di rispetto e ammirazione per la grandezza di mio figlio, perduto ma presente, e felice nella sua nuova dimensione, dove arriva l’amore di tutti i suoi amici che alimentano con il loro ricordo amorevole e nostalgico il suo patrimonio intellettuale.
Io so sempre dove è Andrea il quattordici dicembre. Passato, presente, futuro.