IO, NON IO, NEANCHE LUI
Amleto aveva torto marcio. Come il regno di Danimarca. Il problema non è “essere o non essere”, il problema è “essere o malessere”. Sembra facile scegliere. Chi è quel fesso che sceglierebbe consapevolmente “malessere”? La cosa si complica. Gli essere (ci risiamo) sensibili provano inevitabilmente il “malessere”. Un disagio orripilante, come avere una murena che divora un pulcino all’interno del tuo stomaco. Dunque l’unico modo per non provare malessere è si “essere”, ma essere qualcun altro.
E chi porta le cicogne
La storia del cavolo non poteva leggere. Come fai a far credere a un bambino di esser nato sotto un cavolo quando poi gli basta mettersi a tavola davanti a un piatto di cavoli (che generalmente gli fanno schifo), sollevare un cavolo con la forchetta e scoprire che sotto non c'è niente?
Il dente del pregiudizio
Non ricordo chi per primo ha detto che gli occhi sono lo specchio dell’anima. Non certo il dentista. Forse un oculista o, male che vada, un ottico molto oculato che crede solo nelle diottrie, le uniche divinità ravvisabili a vista d’occhio.
Sangue di yogurt
Ripescarono
Nicole nell’Aquarium. I pesci stavano banchettando con lei mentre io me la
spassavo con Alice: una meraviglia.
“Togliti i calzoni” disse Alice. Io obbedii. Alice mi piantò un ago nel sedere
e mi fece l’iniezione.
Faceva l’infermiera a Beauville.
L'ultimo dei neuroni
Arrivo
tardi: sono l’Ultimo dei Neuroni. L’ultimo ad arrivare a una festa perché è
inelegante presentarsi a una cena quando la padrona di casa non ha ancora
finito di spignattare il commestibile o di truccarsi come una bella di giorno.
In versione serale. Per rendersi più appetibile.
No io arrivo tardi, quando quei barbari dalle giacche blu si sono già
spazzolati tutto il buffet e la donna bianca, che ha ecceduto con l’acqua di
fuoco non vede l’ora di farsi definitivamente sbavare via il rossetto da un
buon selvaggio.
Arrivo tardi, nella speranza che il genocidio di quelli della mia razza sia già
stato consumato dagli ospiti della cena e nessuno avverta la necessità di farmi
la festa.