LAZZARO, VIENI FUORI

Giugno 1992

IL VIZIO DELL'AGNELLO

Aprile 1994

IL SENSO DELLA FRASE

Maggio 1995

LAZZARO, VIENI FUORI

Anche Andrea G. Pinketts è stato piccolo, Lazzaro no. Era già grande alla sua prima avventura che è una fiaba d'azione. Dove il Bene e il Male si scontrano con il -bene o male- e ne escono sconfitti. Quando i cani latrano ed i maiali abbaiano, quando i nani e i giganti si incontrano nello stesso piccolo paese, allora è il caso che Lazzaro Santandrea intervenga. Fra Peter Pan e il mostro di Firenze, fra Mary Poppins e Mary Riley, fra pedofili e cinefili, fra Swift e Swing, la genesi della letteratura pinkettsiana.

LA GENESI -

QUANDO: 1/11/1984 -

DOVE: Milano, tra il Magia Music Meeting di via Salutati ed il White Bear di via Vincenzo Monti

PUBBLICATO: giugno 1992

IL VIZIO DELL'AGNELLO

Lazzaro Santandrea, sotto lo pseudonimo di Dottor Totem, specialista in tabù, riceve nel suo studio una varia umanità che lo crede cartomante, sessuologo, pranoterapeuta. In realtà lui, picaresco e freudiano quasi trentenne, attende la propria nemesi. Gli si presenta sotto forma di due novantenni di sconvolgente bellezza, i quali gli rivelano che la propria bambina, Branka, dopo aver vinto un premio di bontà, è diventata -una carogna pazzesca-: avvelena i piccioni in piazza del Duomo. Lazzaro, attribuendo alla tarda età dei genitori i problemi della piccola, chiede di vederla. Branka gli si presenta tutta Barbie e boccoli ma depositaria di un atroce segreto. Stanca di avvelenare piccioni, punta a una vittima più gustosa: l'uomo. Branka ha il vizio dell'agnello, sordido, nascosto: quello della vittima sacrificale ma...con le zanne. Una Milano allucinata dei tardi anni ottanta è lo scenario in cui si muovono Lazzaro e la sua corte dei miracoli.

LA GENESI -

QUANDO: 1/11/1988 -

DOVE: Milano, tra il Bar Magenta (c.so Magenta ang. v.Carducci), il White Bear (v.Vincenzo Monti), il bar Socrate (v.Festa del Perdono) e casa di A.G.P.

PUBBLICATO: aprile 1994

IL SENSO DELLA FRASE

Caro Pinketts, mio caro giovane pazzo amico, quanto sei bravo. Sei così bravo che mi metti soggezione. Hemingway diceva: -Si impara a scrivere scrivendo-. E poi, si impara a scrivere vivendo - come fai tu. Non smettere mai, nè di scrivere, nè soprattutto di -vivere-. Dio ti protegga. (Fernanda Pivano).Senza dubbio Fernanda Pivano non mente, ma a mentire è sicuramente Niki, una bugiarda patologica dal naso a becco che si aggira tra le modelle del White Bear. Passa qualche anno e Niki scompare. Lazzaro Santandrea, eroe immaturo, cavaliere con molte macchie e con qualche paura, ascolta per caso una ragazzina raccontare le stesse eccitanti menzogne che raccontava Niki. Il furto di bugia è il reato più grave - peggio dell'omicidio - giacchè la menzogna è l'unica cosa che appartiene veramente all'uomo, in quanto la -costruisce- lui. Armato del -senso della frase- - unico antidoto al vizio dell'agnello - e accompagnato da taxisti psicopatici e attori falliti, Lazzaro si mette sulle tracce di Niki, non per arrivare alla verità ma per ritrovare la bugia. Cappuccetti rossi in fuga, paralitici massacrati, babbi natale armati di revolver sono le marionette perverse che si agitano nella Milano di Pinketts, uno straordinario teatro metropolitano degli errori e degli orrori.

LA GENESI -

QUANDO: 1/11/1990

DOVE: A Milano, tra il Bar Magenta (c.so Magenta ang. V. Carducci), il Bar Royce (gall.Europa), il Bar Tre Gazzelle (c.so Vittorio Emanuele) e il WhiteBear (v.Vincenzo Monti)

PUBBLICATO: maggio 1995

IL CONTO DELL'ULTIMA CENA

L'ASSENZA DELL'ASSENZIO

FUGGEVOLE TURCHESE

IL CONTO DELL'ULTIMA CENA

- In questo romanzo di Andrea G.Pinketts ritroviamo Lazzaro Santandrea, alter ego dell'autore, e il suo seguito di personaggi. Il protagonista (trentatreenne folgorato dalla constatazione che tutti i giusti, da Gesù Cristo a John Belushi, sono morti alla sua età) è un profano che lotta contro il sacro pur subendone il fascino. Un giorno gli appare la Madonna, il che lo stupisce molto, perchè di solito la Signora si presenta alle pastorelle ignoranti. Da questo incontro nasce una serie di eventi tra il tragico e il grottesco che conducono Lazzaro a rendersi conto che l'Apparizione è tutt'altro che un buon segno. In una fine secolo che ha bisogno di valori, forse perfino di apparizioni vere e false, Lazzaro, pur non essendo uno stinco di santo, si trova a fronteggiare baci di Giuda, personalissime vie crucis, miracoli, efferati delitti. In pratica, se è vero che Gesù Cristo morendo ha pagato per tutti noi, Lazzaro si chiede chi alla fine dell'Ultima Cena abbia dimenticato di pagare il conto. Fra i tanti miracoli veri e falsi raccontati in questa storia, l'unico certo è il talento di Pinketts, che si è imposto all'attenzione con la sua creatività irresistibile, le sue metafore imprevedibili, i giochi di parole sofisticati, i personaggi bizzarri, nani, giganti, orchi e principesse, sempre usate per insistere su quanto sia sottile la linea di confine tra metafora e realtà. Queste pagine che si svolgono in un fuoco d'artificio di idee, di trovate, di virtuosismi, di humour, di ironia, di paradossi, in azioni sempre fuori di qualsiasi logica, da qualsiasi legge di tempo e di spazio, fanno di lui un vero scrittore postmoderno. Non c'è dubbio che Andrea G. Pinketts sia capace di dominare la prosa in un poliedrico gioco di tecniche. E, se me lo permettete, secondo me è un grande scrittore e siamo in molti a sperare che ci dia altri libri densi della sua vitalità, della sua immaginazione, della sua creatività. (Fernanda Pivano)

LA GENESI -

QUANDO: 1/11/1993

DOVE: A Milano, tra il Boulevard Cafè, le Trottoir e il Bar Il Teatro, tutti in corso Garibaldi

PUBBLICATO: aprile 1998

NONOSTANTE CLIZIA

HO FATTO GIARDINO

DEPILANDO PILAR

LA CAPANNA DELLO ZIO ROM

INCIPIT della Saga

Lazzaro, vieni fuori

Per molto tempo sono andato a letto tardi. La differenza tra me e Proust.

 

Il vizio dell'agnello

Il cadavere leggeva il giornale del giorno prima alla pagina degli spettacoli. Gli occhi aperti, sbarrati, erano appiccicati al foglio asciutto sull'erba bagnata.

 

Il senso della frase 

Non so sciare, non so giocare a tennis, nuoto così così, ma ho il "senso della frase".

 

Il conto dell'ultima cena

Cercavamo di ammazzare il tempo prima che il tempo ammazzasse noi. Era una lotta impari. A volte sembrava stecchito proprio un tempo morto, poi improvvisamente, prima del tepore della noia, si rialzava e, con uno scatto da centometrista drogato, passava quasi più veloce delle lancette del mio orologio, che in effetti, come molto Rolex, era in ritardo di cinque minuti.

 

L'assenza dell'assenzio

Mi svegliai con il viso sprofondato nel pelo pubico di una sconosciuta. Avevo trentacinque anni. Come dire: "Nel mezzo del cammin di nostra vita / mi ritrovai per una selva oscura...".

 

Fuggevole turchese

Come esci dall'utero te lo mettono nel sedere: è la prassi.

 

Nonostante Clizia 

La vita è un cortometraggio. Hai voglia di fare un kolossal ma non basta la pellicola.

 

Ho fatto giardino

Un attimo di distrazione per asciugarmi il sudore dalla fronte, e mollai la presa. La carrozzella su cui troneggiava il professor Albert Deveraux, il più bel cervello matematico di Francia e Navarra e le peggiori gambe di Nizza, prese velocità in una discesa ripida alla fine della quale sfrecciavano Ferrari e annaspavano utilitarie, comunque letali in uno scontro frontale.

 

Depilando Pilar

La pelle è la base. Il pelo è l’altezza.Moltiplicateli tra loro. Prodotto diviso due. Come per il triangolo. Qualcosa di vagamente pubico. Un triangolo sotto i bermuda.

Copertine, sinossi, incipit,
ricchi premi e cotillons

IO, NON IO, NEANCHE LUI 

Amleto aveva torto marcio. Come il regno di Danimarca. Il problema non è “essere o non essere”, il problema è “essere o malessere”. Sembra facile scegliere. Chi è quel fesso che sceglierebbe consapevolmente “malessere”? La cosa si complica. Gli essere (ci risiamo) sensibili provano inevitabilmente il “malessere”. Un disagio orripilante, come avere una murena che divora un pulcino all’interno del tuo stomaco. Dunque l’unico modo per non provare malessere è si “essere”, ma essere qualcun altro.

 

E chi porta le cicogne 

La storia del cavolo non poteva leggere. Come fai a far credere a un bambino di esser nato sotto un cavolo quando poi gli basta mettersi a tavola davanti a un piatto di cavoli (che generalmente gli fanno schifo), sollevare un cavolo con la forchetta e scoprire che sotto non c'è niente?  

 

Il dente del pregiudizio

Non ricordo chi per primo ha detto che gli occhi sono lo specchio dell’anima. Non certo il dentista. Forse un oculista o, male che vada, un ottico molto oculato che crede solo nelle diottrie, le uniche divinità ravvisabili a vista d’occhio.

 

Sangue di yogurt

Ripescarono Nicole nell’Aquarium. I pesci stavano banchettando con lei mentre io me la spassavo con Alice: una meraviglia.
“Togliti i calzoni” disse Alice. Io obbedii. Alice mi piantò un ago nel sedere e mi fece l’iniezione.
Faceva l’infermiera a Beauville.

 

L'ultimo dei neuroni

Arrivo tardi: sono l’Ultimo dei Neuroni. L’ultimo ad arrivare a una festa perché è inelegante presentarsi a una cena quando la padrona di casa non ha ancora finito di spignattare il commestibile o di truccarsi come una bella di giorno. In versione serale. Per rendersi più appetibile.
No io arrivo tardi, quando quei barbari dalle giacche blu si sono già spazzolati tutto il buffet e la donna bianca, che ha ecceduto con l’acqua di fuoco non vede l’ora di farsi definitivamente sbavare via il rossetto da un buon selvaggio.
Arrivo tardi, nella speranza che il genocidio di quelli della mia razza sia già stato consumato dagli ospiti della cena e nessuno avverta la necessità di farmi la festa.

RICCHI PREMI E COTILLONS

1984 Mystfest di Cattolica col racconto "Ah sì? E io lo dico a Pinketts!"

1989 Mystfest di Cattolica col racconto "Il punto di vista del licantropo"

1990 Mystfest di Cattolica col racconto "E l'anatra diventò farfalla"

1991 "Una remington sulla strada" per il miglior giornalista investigativo italiano

1992 Premio "Blockbuster" col racconto "Caccia grossa per le Sguinzi sisters"

1995 Noir in Festival di Courmayeur col romanzo "Il senso della frase"

1995 Premio "Jack London" per l'avventura

1996 Prima edizione Premio Scerbanenco di Lignano Sabbiadoro col racconto "Come dire fischia"

1997 Premio "Rancho comancho" a Tabiano terme col romanzo "Lazzaro, vieni fuori"

1999 Noir in Campione a Campione d'Italia col romanzo "L'assenza dell'assenzio"

2001 Premio "Le ali di Giorgio - la continuità di Scerbanenco" col romanzo "Fuggevole turchese"

2001 Premio "Torre di Castruccio" a Massa Carrara col romanzo "Fuggevole turchese"

2002 Premio "Le ali di Giorgio - la continuità di Scerbanenco" (seconda edizione) col romanzo "Sangue di yogurt"

2003 Premio "Priapo d'oro" a Siracusa nell'ambito della rassegna "Giallo Mediterraneo" col romanzo "Nonostante Clizia"

2006 Premio "Giovane lettura" a Pagani (SA)

2006 Premio internazionale "Le muse" a Firenze - quarantunesima edizione - nel simbolo della MUSA TALIA

2006 Medaglia d'onore dell'Assemblée Nationale de la Rèpublique Française per meriti artistici e culturali

2018 Premio alla carriera - Le notti di Barliario- SalerNoir Festival - I maestri italiani del Giallo e del Noir


Andrea G. dove G sta per Genio

Andrea G. Pinketts è nato a Milano nel 1961, sua madre è Trentina e suo padre Irlandese.

Irrequieto ed insofferente delle costrizioni, da adolescente viene espulso dal liceo, in seguito, durante il servizio militare evade dalla caserma dei granatieri di Orvieto e, per evitare spiacevoli conseguenze, si finge psicopatico.

Prima di diventare il premiato scrittore di gialli che tutti conoscono, è stato fotomodello (nel 1986 è l'uomo della campagna pubblicitaria di Armani), attore in fotoromanzi, istruttore di arti marziali e giornalista investigativo che è la strada che lo ha portato a scrivere romanzi gialli.

 

Nel 1991 gli è stata assegnata la targa "Un Remington per la strada" per il giornalismo investigativo.

 

Le sue inchieste per la rivista "Esquire" lo hanno visto, di volta in volta, calarsi in prima persona nella realtà dei dormitori dei senzatetto, nei meandri della Stazione Centrale di Milano, nei panni di vù cumprà o di portatori di handicap, per scoprire e raccontare le barriere ed i pregiudizi in cui si imbattono i meno fortunati.

 

Prima di questo premio aveva già vinto tre edizioni ('84, '89, '90) del celebre concorso letterario Mystfest per il miglior racconto giallo.

 

Organizzatore nato Andrea Pinketts fonda "La scuola dei duri", un movimento letterario che si propone di esplorare la realtà attraverso l'indagine poliziesca e, al Post Café, coordina un ciclo di seminari sulla criminologia dal titolo "Giallo e Bar".

 

Nel 1992 il comune di Cattolica gli ha dato il titolo di sceriffo (delibera 8636 della Giunta) perché indagasse sulle infiltrazioni camorristiche sulla riviera adriatica.

Le sue indagini, fortemente osteggiate dalle "altre" forze dell'ordine, hanno portato a ben 106 arresti.

 

Nel 1995 ad Andrea Pinketts è stato riconosciuto il premio "Jack London" per l'avventura e nello stesso anno per la Phoenix di Daniele Brolli , il giornalista scrittore ha creato il fumetto trash "Laida Odius".

 

Il "Premio Scerbanenco" del 1996 lo premia per il miglior racconto giallo, mentre, infiltrato fra i satanisti di Bologna, travestito da cantante rock, realizza una clamorosa inchiesta sui "Bambini di Satana".

 

Andrea Pinketts è considerato uno dei migliori giallisti della sua generazione, fra i suoi libri, molti dei quali tradotti con successo in Francia, ricordiamo “Lazzaro, vieni fuori”, “Il vizio dell’agnello”, “Il senso della frase”, “Io, non io, neanche lui”, “Il conto dell’ultima cena”, “L’assenza dell’assenzio”, “Il dente del pregiudizio”, “Fuggevole Turchese”, “Sangue di yogurt” che hanno riscosso grande successo ed hanno dato vita al suo alter ego, Lazzaro Sant’Andrea con il quale condivide gli amici, tutti veri, dei libri.

 

"Nonostante Clizia","La fiaba di Bernadette", "Ho fatto giardino", "I vizi di Pinketts" sono alcuni fra i suoi ultimi lavori nei quali lo scrittore fa sfoggio del suo talento, della grande capacità narrativa e della maestria nell'uso del linguaggio.

Niente di ciò che scrive Andrea Pinketts nasce dalla sola fantasia.

 

Coraggiosi, orgoglioso, vanitoso ed iracondo, ha difeso il locale milanese "Le trottoir", dove "vive" davvero; l’ha difeso incatenandosi prima e cacciando gli slavi che chiedevano il pizzo poi: sfidandoli a duello, come ha fatto più volte con i critici letterari che non lo apprezzano.