STEFANO DI MARINO: GANGLAND BLUES

 di Andrea Carlo Cappi

L'associazione Andrea G. Pinketts ricorda e saluta con affetto e stima il grande scrittore e amico Stefano Di Marino per mano di Andrea Carlo Cappi testimone del legame che ha unito e che unisce Pinketts, Cappi e Di Marino a quel panorama letterario milanese fecondo e prolifico. L'amicizia granitica che supera ogni limite di inizio e fine.Stefano sei e sarai sempre con noi.

Un altro lutto nel noir milanese, un’altra grave perdita per i lettori italiani: la mattina del sei agosto 2021, Stefano Di Marino ha lasciato questo mondo di propria volontà.

Andrea G. Pinketts e Stefano Di Marino – come ricordava quest’ultimo nel suo intervento nell’ebook Ah, sì? E io lo dico a Pinketts! - Vol. 3 – si incrociarono a inizio anni Novanta alla redazione dei periodici Mondadori, ma fecero amicizia nell’estate del 1992, al Noir in Festival di Viareggio. Poco più che trentenni, erano tra gli apripista di quello che ben presto fu il noir di Milano e della Scuola dei Duri: del primo era appena uscito Lazzaro, vieni fuori; il secondo aveva pubblicato negli Oscar Per il sangue versato e in Segretissimo Sopravvivere alla notte, due romanzi dai risvolti internazionali cui non mancavano le ambientazioni italiane e milanesi. Nel 1995 furono entrambi presenti con un racconto nella prima antologia di soli autori italiani de Il Giallo Mondadori, curata da me.

Negli anni seguirono percorsi diversissimi, anche se in comune avevano una profonda conoscenza della narrativa popolare, compresi fumetti e cinema. Il prolifico Di Marino scrisse almeno duecento libri, tra cui anche saggi su cinema, arti marziali (che studiò anche in Oriente) e storia. Con il suo vero nome e vari pseudonimi attraversò tutti i generi letterari, inclusi il fantastico e il western,. Nel 1995, quando ancora non ci si aspettava che un autore italiano potesse firmare thriller di respiro internazionale, inaugurò come Stephen Gunn, una serie spionistico-avventurosa-noir pubblicata da Segretissimo: Il Professionista, che nell’agosto 2021 è arrivata all’episodio n. 105.

I due amici scrittori si leggevano a vicenda. Il giorno stesso in cui usciva un nuovo volume de Il Professionista sapevo già che l’avrei trovato in mano a Pinketts al tavolino de Le Trottoir. Lui citava Di Marino (e me) nei suoi romanzi. Dal canto suo Stephen Gunn, negli episodi della serie ambientati a Milano (il ciclo di Gangland), creò il personaggio dello Scrittore, chiaramente ispirato a Pinketts: lo fece apparire anche nell’episodio Gangland Red Zone con cui celebrò i venticinque anni de Il Professionista nel 2020.

Di Marino era talvolta ospite e sempre spettatore delle nostre serate di Giallo e Bar e degli eventi di Borderfiction, compagno di viaggio in vari festival (come, nella foto, a GialloLatino), amico fraterno su cui potevamo sempre contare. Ma era, senza farlo pesare a nessuno, l’autore di narrativa di genere più venduto e letto in Italia. Anche se, nel mercato italiano di oggi, al successo non corrispondono guadagni tali da risolvere tutti i problemi o da far fronte a necessità economiche improvvise. Dopo un periodo di forte stress per questioni personali, Stefano Di Marino ha deciso di chiudere la sua storia come centodieci anni fa aveva fatto Emilio Salgari, autore cui è stato spesso paragonato. Gli ultimissimi libri ancora da pubblicare allevieranno per qualche tempo la profonda mancanza che già provano i suoi lettori.