Trovo molto “romantico” continuare a diffondere le opere di un autore come Andrea

Sarebbe per me un autentico privilegio poter collaborare con la Vostra associazione per quanto riguarda la ripubblicazione di un’opera di Andrea Pinketts.

Ho avuto il grande piacere di conoscerlo, intervistarlo, e ospitarlo in un mio album. Come accennato, ci terrei molto non solo per la profonda ammirazione che ho sempre nutrito nei sui confronti, ma anche per regioni di sincero affetto.

Trovo molto “romantico” continuare a diffondere le opere di un autore come Andrea che a mio avviso rappresenta uno degli ultimi veri intellettuali del nostro paese.

Le invierò prossimamente anche le interviste da me realizzate ad Andrea e il file con il suo featuring nel mio album.

In attesa di un Suo cortese riscontro,

Cordiali saluti

Milano, 31 marzo 2021

(Gino Tramontana)

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Qui, sul mio tavolo, dove regna un pittoresco disordine, troneggia (è il caso di dirlo) una lettera di Gino. Lo chiamo, familiarmente, Gino anche se non lo conosco ma lui conosce mio figlio Andrea e ne parla in un modo che me lo rende subito caro. Sarebbe per me un autentico privilegio spiegare perché troneggia, perché con la sua lettera diretta all’associazione, sento in lei la totale comprensione, l’affetto e il rispetto per la genialità di Andrea.

C’e anche un vaso lungo e sottile incastonato di fiori di cristallo camaleontici. Ospita una camelia bianca. Luccica, è un tripudio di colori, mi illanguidisce, mi suggerisce un verso di D’Annunzio:

“Dite: non foste mai convalescente
in un aprile un po’ velato? È vero
che nulla al mondo, nulla è più soave?”

Questo vasetto è un dono di Andrea che era ricco di pensieri per me.

Al ritorno dai suoi viaggi mi portava le camelie il cui fascino etereo avvolge chi sa vedere, ancora e sempre, un dono che diceva “Ho pensato a qualcosa che ti assomigliasse”. Era una magia tenera, senza limiti, come una carezza.

La camelia bianca fiorisce nel giardino immortale della memoria. Questa carezza di Andrea di cui, se mi ascolto, sento ancora il tepore, la dono, se mi permette, anche a lei, insieme ai ricordi di Andrea e al mio grazie delle sue parole che sento ispirate dalla sua amicizia e dal suo rispetto della nostra nostalgia.

Il mio grazie è per quello che lei ha captato di Andrea e dei progetti per il futuro che rinverdiranno il grigiore velato, come diceva D’Annunzio, di questo aprile.

Anche questo aprile mio è appannato dalla mia malinconia, che ricorda, che ricorda.

Noi dell’associazione ci auguriamo che lei faccia parte di questo nostro desiderio, che si è realizzato, di fare in modo che Andrea sia sempre ricordato per il valore immenso che c’era in lui.

Ci auguriamo di conoscerla presto, di guardarla negli occhi e di ascoltare e di attuare i progetti che potranno venire da lei per rinverdire il ricordo, per creare altri spazi letterari.