Cara Mirella,
ho terminato di leggere ieri l'ultimo libro di Enrico Vanzina, di cui sono venuto a conoscenza leggendo per caso una sua intervista.
E' stata per me una grande emozione veder rinascere e nuovamente morire Andrea tra le pagine di un libro scritto da qualcun altro.
Devi sapere che esistono due persone che non sono più tra noi a cui io penso tutti i giorni: una di queste è proprio Andrea.
Senza ombra di dubbio è stata una delle figure più importanti che io abbia avuto per la mia formazione umana, nonché la persona a cui ho permesso di conoscermi meglio. Essendo agnostico, la scelta di Andrea come padrino di battesimo delle mie figlie aveva come ratio proprio questo aspetto: se mi fosse capitato qualcosa lui sarebbe stata la persona più indicata per raccontare alle mie figlie chi fosse loro padre.
Andrea ed io abbiamo condiviso una sensibilità non comune e ti assicuro che per me è stato un vero dono del destino conoscerlo: quello che sento di essere diventato oggi lo devo anche a lui.
Ti abbraccio forte sperando che le circostanze ci permettano di poterci incontrare.
Milano, 17 aprile 2021
(Davide Manglavite, Il Fan)
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Caro Davide, il ricordo che ho di te è quello di un ragazzo,
giovane, seduto dietro me ed era col viso proteso verso Andrea per meglio
ascoltare, per meglio assorbire, per meglio capire.
Da allora, oggi, ogni volta che Andrea parlava di avvenimenti, presentazioni dei suoi libri, prefazioni dei libri dei suoi amici, tu c’eri. Eri una presenza che io e Andrea sentivamo come un faro di intelligenza, di voglia di sapere, che poi è la stessa cosa. Hai seguito Andrea tutta la vita.
Lo so che tu pensi tutti i giorni a due creature che ci hanno lasciato. Per pudore e per rispetto non dirò il nome, l’altro è Andrea.
Ripenso a lui come penso a quel mattino freddo e quasi ostile perché era, in quel momento, il motivo che ci vedeva uniti con lo stesso amore e con costernazione per quel palpito di vita che si era spento. Il tuo viso era una maschera di dolore, impietrito. Mi abbracciasti e io riascolto le tue parole che mi dolgono ancora come se il tempo non fosse passato.
Io penso che i legami del sangue non esistano. Spesso ci troviamo accanto persone che non parlano e che non capiscono il nostro linguaggio. Andrea ti aveva scelto come fratello e vi univa un anello di metallo prezioso, fatto di intelligenza, di conoscenza intima, di sensibilità. Spiritualmente quell’anello manda ancora oggi i suoi bagliori.
La vita ha mantenuto le sue promesse, ad Andrea ha dato la gloria, il successo, una luce che abbacina chi l’ha conosciuto e amato; a te, Davide, ha donato un nido amorevole che ti accoglie e ti infonde amore e rispetto, una vita mirabolante e una professionalità che desta ammirazione per l’Uomo che sei, umano. Il fratello di Andrea.
Arthur Miller, celebre drammaturgo americano, scrisse un’opera
teatrale alla quale io ebbi la fortuna
di assistere. Il titolo è “Erano tutti miei figli”. Una storia struggente, io
ne ebbi un colpo al cuore e la ricordo ancora integra nel tempo. Sull’eco di
queste parole, io ti aspetto Davide. Vieni quando vuoi, anzi prima e abbracciandoti
ti chiamerò, Figlio.
Segue articolo di Davide Manglavite, in ricordo di Andrea G. Pinketts.