Primo Novembre 2022

La città silente. 

L'aria è rarefatta. L'attesa della nebbia ci avvolge dalle foto sbiadite che fluttuano vapori indefiniti che emanano dalle ultime dimore di chi non ha più voce. Le lampade votive sono come fuochi d'artificio tardivi.

Non mi piace questo silenzio, ero abituata al frastuono eccitante ed eccitato che la tua voce mi provocava, che narrava il mistero della vita e dei non ritorni. Vorrei risentire la tua risata, la tua voce tonante, i virtuosismi della tua parola.

Così, io sfido il passato e come per magia vado incontro al tempo passato... e siamo al primo novembre. Accadeva qualcosa, qualcosa accade. Un quaderno attirava il mio sguardo, piccolo, nero, intonso, solitario.

Le pagine bianche erano in attesa della tua penna frenetica, dei vagabondaggi dei tuoi personaggi immaginifici che catturavano la nostra attenzione, tentando di seguirli nei loro voli fantastici per trarne il bisogno fisico, spirituale, emotivo, di godere un po' della loro assenza e il gioco era fatto. Era bello era magico.

Così, il primo novembre voglio ritrovare quella magia per risentire il fervore che ti animava dando lievito alla tua creatività, dando respiro a tutta l'aria compressa per esprimersi e per poter comunicare tutta quella lucidità umana, di vita, di cultura, di ironia, di emotività che tu sai esprimere.

Meraviglioso è il potere del serbatoio della memoria e i colori sono sfavillanti e soprannaturali che, col passar del tempo, con i ricordi, non impallidiscono ma rinvigoriscono. Mi ha accompagnato tutta la vita facendo fremere il mio cuore, il sussurro del nostro grande poeta Pasolini e il suo sublime amore per la madre, sentimento che era condiviso da me e mio figlio, allora era un sentimento completo, invasivo, totale.

...

Tu sei la sola al mondo che sa, del mio cuore,
ciò che è stato sempre, prima d’ogni altro amore.

Per questo devo dirti ciò ch’è orrendo conoscere:
è dentro la tua grazia che nasce la mia angoscia.

Sei insostituibile. Per questo è dannata
alla solitudine la vita che mi hai data.

(Da Supplica a mia madre di Pier Paolo Pasolini)


Ti supplico mamma, dicevi, non morire. Invece.

Però, il tuo genio balza nell'aria, svetta verso il cielo, sei tu Andrea, ti ritrovo. 

Eri tu a riscaldare le mie viscere.

Primo novembre, la città silente oggi è lussuriosa di fiori, di colori, di memorie d'amore, è il giardino degli assenti viventi.

CREERO' UN FIORE...

E mi è dolce, quando le mie elucubrazioni mentali me lo consentono, lasciare le briglie sciolte alla mia fantasia, alla mia immaginazione che mi porta oltre i confini della realtà e mi fa intravedere pure l'inesistente, forse il nulla, che per me, figlia della luna, è il tutto. Un tutto che svanisce fra le mani immateriali come le ali di una farfalla che dopo lungo vagare finalmente è approdata a un lido sicuro, la mia mano, che la coglie trepida, ansiosa di darle amore, sicurezza, un calore, riposo. Attenta a non sfiorarle le ali perché non perdano il loro splendore.

Così anche la mia mente vagabonda annulla il tempo che l'ha preceduta e cancella le ombre dolorose, le pene, i ricordi, la solitudine, quanto di nefasto del passato ha annullato la mia gioia di vivere. Ma quale gioia?! Non nasce nemmeno un fiore che io possa donarvi per creare un attimo, solo un attimo di comunione spirituale che ci unisca.

Ed ecco allora che in queste strade prive di calore umano la mia immaginazione ha uno slancio verso il cielo, dove nasce un fiore, uno per te e uno per tutti quelli che ne sono privi.

Mi palpita nel cuore questo simbolo di amore, paga di questo dono, frutto dell'amore e delle reminiscenze nostalgiche del cuore.

01 Novembre 2022

Mirella M. Pinketts

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Andrea G. Pinketts inizia a scrivere il suo primo romanzo 'Lazzaro, vieni fuori' il primo novembre 1984. Da qui la tradizione vuole che ogni suo libro veda la prima luce il giorno dei santi.
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@PinkettsLibri  
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