Milano, 12 agosto 2021.
Il tempo si sfalda nelle mie mani, inoperose da quando te ne sei andato. Posso solo ascoltare il tuo silenzio e cercare le parole inudibili e abbracciare l’invisibile.
Tu sei, oggi, lapilli di luce cosmica che mi acquietano e fanno parte dell’energia universale nella quale ritrovo i tuoi palpiti, la tua gloria, che si rinnova e mi dona un soffio di vento che mi sfiora il viso che ti da corpo e voce.
Tua madre.
***
il paradiso io l’ho conosciuto
il giorno che ti ho concepito.
Perché vuoi morire?
Non ti ricordi la tua tenera infanzia
e quanto hai giocato con me?
Perché vuoi inebriarti della tua anima?
Tu stai uccidendo tua madre
eppure non riesco a dimenticare
i gemiti del parto.
Anch’io quel giorno sono morta
quando ti ho dato alla luce,
tu sei peggio
di qualsiasi amante figlio mio
tu mi abbandoni.
(Alda Merini)