Il blog di Mirella Marabese Pinketts

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Mi presento, mi chiamo Mirella Marabese Pinketts e sono la Presidente dell’Associazione culturale Andrea G. Pinketts.

Benvenuti a tutti voi che darete lievito alle mie parole dove è dominante l’emozione.

Sì, sono la madre di Andrea Pinketts. Al suono di questo nome vedo la maggior parte di voi trasalire. Un nome conosciuto e diffuso. La genialità non è ascoltare, interessati, incuriositi, all’eco di questo messaggio perchè è tale e non è un comunicato.



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Signor Antonio, Andrea le è accanto con i suoi libri e li commenterete insieme

Ho letto, sul quotidiano Libero, un delicato racconto di Pino Farinotti. Scrive di un incontro, in Corso Buenos Aires angolo via Melzo, con un personaggio di strada che seduto per terra nel suo spazio di libertà e, per su scelta, privo di agi, forse anche privo del necessario, ma io ho sempre guardato a queste persone, come dei filosofi, dei cantori del rifiuto delle regole, felici di quello che non hanno se non nell’attenzione di qualche passante che può essere generoso o indifferente.

Pino Farinotti, giornalista, si è fermato per un motivo preciso, lo ha notato. Non ricordo il suo nome ma non ha importanza perchè il mondo e pieno di queste persone rinunciatarie che però hanno in possesso un dono inestimabile ‘la libertà’.

Conobbi durante il mio percorso professionale una di queste persone con la quale era nato un rapporto. Si chiamava signor Giuseppe. Lui era molto amico, lo seppi in conseguenza delle lettere che scambiava con un personaggio famoso e ricchissimo e proprietario della catena dei negozi L’Onesta, con il quale aveva mantenuto dei frequenti rapporti di amicizia intensa, di affetto, di rispetto e di scambi culturali. Seppi che il signor Francesco che aveva per me un rapporto di devozione, leggeva ogni articolo, ogni libro, che riguardava mio figlio e questo naturalmente mi commosse. Quando veniva da me si intratteneva parecchio e desiderava e mi chiedeva che io rileggessi le lettere che scriveva a questo conosciutissimo e ricchissimo signore per evidenziare eventuali errori. Lui scriveva benissimo, erano lettere impeccabili. Era una gioia per me che lo ascoltavo chiedendomi come mai una persona vestita così modestamente avesse scelto la strada. Lui dormiva sotto i ponti di Quarto Oggiaro. Io gli proposi che gli avrei trovato un posto al Pio Albergo Trivulzio allora denominato la Baggina. Sarebbe stato al riparo dal freddo e anche dal caldo. Mi guardò esterrefatto e mi rispose “Io, dormire in un letto?”

Lui scriveva le lettere al suo amico ma le sottoponeva al mio parere per evitare eventuali errori di ortografia e di grammatica. Io le leggevo perdendo del tempo prezioso perché i pazienti fuori protestavano e dicevano “E’ un raccomandato!”. Erano perfette queste lettere. Il signor Giuseppe si rivolgeva allora al pubblico che rumoreggiava “Ma è la mamma del celebre scrittore Andrea G. Pinketts che io conosco e leggo”. Pronunciava il nome di Andrea come se gli fosse appartenuto, uno di famiglia. Aveva letto tutti i suoi articoli, i suoi primi libri, mi citava delle frasi a memoria dei libri di mio figlio.

Il motivo che ha colpito l’attenzione e il cuore di Pino Farinotti è questo: nel suo angolo il signor Antonio (Libero del 20 febbraio) leggeva circondato da libri impegnativi e di non facile lettura, ai suoi orari che scandiscono le sue giornate, ore 10.00 – ore 13.00, ad arricchire la sua cultura (il suo pane quotidiano) che lo toglie per qualche ora alla solitudine del suo vivere.

Il Farinotti lo ha trattenuto e ha fatto un affettuoso e partecipe commento descrivendolo come un signore di settant’anni ma col viso molto sciupato, segni di una traccia di una vita difficile piena di rinunce.

Io mi chiedo “Avrà letto qualche libro di Andrea?”. Penso che magari lo avrà conosciuto, visto il camminare a piedi per la città di mio figlio, instancabile, creando storie, personaggi. Mi piacerebbe saperlo. Andrea aveva per i meno fortunati, attenzioni di affetto che riflettevano il suo animo generoso e attento alle sfumature che dicono tutto sulle vicende umane.

Rileggo la sua storia alimentata dalle parole commosse del Farinotti. Libero è il quotidiano mio, di Andrea e delle persone a cui il cervello e il cuore rispondono.

Dall’articolo di oggi so che il signor Antonio dopo l’incontro con il Farinotti e grazie al suo articolo è diventato una star. Milano risponde sempre ma probabilmente senza l’attenzione del giornalista saremmo passati indifferenti. Farinotti scrive, e gliene sono molto grata, che Andrea avrebbe costruito sul signor Antonio un personaggio dei suoi libri dove il suo spirito, la sua umanità sconvolgente e così milanese disegnava creature leggendarie e indimenticabili. Lo avrebbe preso sottobraccio e portato a Le Trottoir a bere una birra o magari anche due. Grazie Farinotti di questa gentile attenzione che ti fa onore e permette a tutti di noi di preoccuparci per il signor Antonio, che abbia dei libri da leggere e nutrirsi della generosità dei milanesi.

Le porterò signor Antonio i libri di Andrea. Lei si commuoverà e riderà e forse lo ricorderà. Nessun di noi dirà mai addio a mio figlio Andrea.

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